La festa di San Valentino non ha solo ispirato frasi, bigliettini, poesie

La festa di San Valentino non ha solo ispirato frasi, bigliettini, poesie e stupende lettere d’amore, ma anche miti, tradizioni e leggende popolari in tutto il mondo. Ed è proprio quando l’uomo si lascia andare al sentimento amoroso che la fantasia trova la sua massima espressione e supera ogni immaginazione. Alda Merini una volta scrisse al riguardo: “A volte Dio/ uccide gli amanti/ perché non vuole/ essere superato/ in amore”. La sua poesia fa venire in mente una tradizione cinese secondo cui il settimo giorno del settimo mese lunare si avvera una leggenda che narra di un amore impossibile tra una fata e un comune mortale che sono separati dalla Via Lattea. Secondo tale credenza ogni anno, nello stesso giorno, gli uccelli creano un ponte affinché i due amanti possano incontrarsi.

La passione crea amore, ponti e unisce gli amanti in tutti i sensi, travolgendone anche il palato. Infatti tradizione vuole che gli innamorati si scambino, in questa festa ricorrente ormai in quasi ogni angolo del globo, deliziosi cioccolatini. Si dice che la prima scatola di cioccolatini di San Valentino sia stata inventata da Richard Cadbury nel 1868 e ancor prima, nel 1800, si credeva che questi potessero curare le pene d’amore a coloro che ne soffrivano, per cui il cioccolato veniva prescritto come una vera e propria medicina dagli stessi dottori. In Giappone pare invece che siano le donne a regalare dei cioccolatini agli uomini che non siano per forza i loro fidanzati o mariti, ma anche colleghi o amici. Quello che cambia è solo il tipo di cioccolato: se fosse il Honmei choco  vorrebbe dire che le donne sono innamorate di tale uomo, mentre se fosse Giri choco il dono significherebbe solo amicizia e riconoscenza nei suoi confronti. Costoro poi hanno l’obbligo di ricambiare tale gesto, donando un mese dopo, il 14 marzo, cioccolato bianco, nella giornata del White Day. Gli innamorati olandesi al posto del cioccolato preferiscono regalarsi un cuore di liquirizia,  meno dolce, ma non certo dal sapore meno intenso.

In Italia abbiamo così tanti dolci tipici per l’occasione che c’è l’imbarazzo della scelta. In Piemonte troviamo i sensuali Baci di Dama, una vera specialità della cittadina di Tortona, in provincia di Alessandria. Nel Lazio vengono prodotte le caratteristiche Ciambelle degli sposi di Rocca di Papa, graziosa località dei Castelli Romani  e i Maritozzi Romani, specialità locale che è simbolo della coppia oltre a rappresentare i dolci della Quaresima. Queste pagnottelle vengono regalate dai fidanzati alla propria innamorata e oltre alla splendida decorazione da loro realizzata con cuori di zucchero viene solitamente nascosto, all’interno del dolce, un anello o un piccolo oggetto d’oro. Degni di nota sono i confetti di Sulmona, realizzati in Abruzzo con una lavorazione artigianale. Si racconta che l’usanza di dare particolari forme e colori ai confetti fu introdotta dalle suore di clausura del convento di Santa Chiara. Poi, a partire dal XV secolo, i confetti furono intrecciati con fili di seta per creare grappoli d’uva, spighe, rosari e simboli cristiani da donare agli sposi. Un’altra romantica specialità italiana particolarmente curiosa è nata in Puglia. Si raccontano diverse versioni sulla creazione dei Sospiri di Bisceglie. La prima ipotesi è che furono le Clarisse del monastero di San Luigi a prepararli per la prima volta in occasione del matrimonio di Lucrezia Borgia con il Conte di Conversano. La cerimonia purtroppo non si concluse e le Clarisse, per intrattenere gli illustri invitati che sospiravano per la lunga attesa, decisero di servire questi pasticcini. Secondo un’altra versione della storia si racconta che i soffici dolcetti siano stati preparati per la prima volta da un giovane pasticcere in preda ai furori e ai sospiri d’amore e che tali prelibatezze presero vita dalle sue mani prendendo ispirazione dai seni della sua innamorata.

Gli Italiani sono stati anche gli artefici dei lucchetti d’amore, quelli che oggi vediamo in giro per l’Europa, appesi ai ponti o alle ringhiere, ma non delle gare di baci come quelle che si tengono in Thailandia, nella celebre località turistica di Pattaya, proprio il giorno di San Valentino. Lo scopo della competizione è quello di battere il record per il bacio più lungo, attualmente detenuto da Nonthawat Charoenkaesornsin e Thanakorn Sitthiamthong, la coppia che nel 2012 si è baciata per ben 50 minuti 25 secondi e 01 decimi. Anche a Città del Messico si ritrovano sempre il giorno di San Valentino, ma per fissare un altro record, quello del più grande bacio di gruppo del mondo. Solo nel 2010 per l’occasione si erano riunite oltre 39 mila persone.

Per l’amore si può compiere anche un altro tipo di viaggio,  soprattutto se la meta è Chelmno, una piccola cittadina polacca nota anche come “città degli innamorati”. Il pellegrinaggio acquista un sapore romantico se il fine è quello di dichiararsi amore reciproco davanti a quelle che si ritengono le reliquie di San Valentino, esposte da una delle chiese locali. Si presume che un piccolo frammento di teschio conservato in un reliquario risalente al 1630 sia appartenuto al santo. E se invece l’amore non è ancora arrivato perché non provare a osservare un’usanza inglese del diciottesimo secolo molto popolare allora per la vigilia di San Valentino. La donna desiderosa di amore, prima di andare al letto doveva aver posizionato sul cuscino cinque foglie di alloro spruzzate con acqua di rose, una al centro e le restanti negli angoli e fermarle con uno spillo. Per poter far funzionare l’incantesimo era necessario recitare questa frase: “Buon Valentino, sii generoso con me e concedimi di vedere in sogno il mio vero amore”. E solo allora, forse, la donna avrebbe visto nel sogno colui che sarebbe diventato il suo futuro uomo e marito. Chissà che non esista anche un incantesimo per avere il bacio tanto agognato. Lo stesso Shakespeare una volta disse: “Se per baciarti dovessi poi andare all’inferno, lo farei. Così potrò poi vantarmi con i diavoli di aver visto il paradiso senza mai entrarci.”


Giusy Nicosiaa cura di Giusy Nicosia
giornalista pubblicista freelance che scrive principalmente di cultura, lifestyle, attualità ed enogastronomia. È anche un’addetta stampa, conduttrice tv, fotoreporter, storyteller, web editor e social media manager. Le sue specialità sono le interviste. Ama scrivere poesie, la buona cucina, girare il mondo e leggere storie e filastrocche ai bambini.


 

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