in quali categorie si divide il mondo ogni quattro anni

Dal 12 giugno al 13 luglio 2014 che lo vogliamo oppure no i Mondiali di calcio Brasile 2014 ci terranno compagnia. Valerio Canevaro ha suddiviso gli italiani in 4 categorie regalando un consiglio a ciascuna.

Se qualcuno non se ne fosse accorto perché, che so, è stato in vacanza su Marte, ci sono i mondiali.
E dato che, dai pneumatici agli abiti da sposa, sembra che tutto ruoti intorno a questo evento, non possiamo che fare il punto della situazione.
No, non su schemi di gioco, calci di rigore o stadi non ancora ultimati: vediamo, piuttosto, in quali categorie si divide il mondo ogni quattro anni.
“Vivo solo durante i mondiali”.
Mogli, fidanzate, partner disinteressati, scappate. Sì, insomma, prenotatevi una crociera intorno al mondo e tornate solo a termine campionato. Gli appassionati – e in Italia direi la maggioranza – non vi daranno scampo con partite a qualsiasi ora. Anzi, ancora peggio: quest’anno, col fuso orario del Brasile, saranno anche di notte. E non pensate che assisteranno alle prodezze degli azzurri in silenzio. No: anche solo un piccione in campo li farà gridare come se fossero lì, sugli spalti, tra un italiano in trasferta e una ballerina di sambodromo in libera uscita.
L’unico consiglio che posso darvi è quello di riempire il frigo di birra, wurstel e insalata di riso e lasciare che il gruppo di amici v’invada il salotto.
“Non m’interessa il calcio ma i mondiali mi piacciono”.
Di solito sono persone insospettabili, che vi lasceranno sbigottite. Potreste scoprire, per esempio, che l’amica tutta tailleur bon ton, al primo calcio d’inizio, si trasformi in un ultrà capace di rifiutare un party super cool solo perché l’Italia gioca i quarti di finali.
Attenzione: diffidate dei loro inviti “Ci facciamo un giappo a casa dei miei amici”, perché quella serata tranquilla in compagnia di gente nuova altro non è che una trappola. Arrivati in casa, scoprirete che sono tutti ammassati in salotto davanti alla tivù e a voi non resterà che servire la cena o divertirvi col gatto.
“Per l’amor di Patria”.
Sono quelli che negano la loro dipendenza dal calcio, che fingono di non voler assecondare il rituale di chiudersi in un palazzetto incandescente col maxi schermo, ma di doverlo fare perché “non possiamo non sostenere i nostri ragazzi”. Certo, come se in campo ci fossero i loro figli o dal risultato dipendesse il coinvolgimento del Paese in un conflitto bellico.
Il mio consiglio è: non lasciatevi incantare e non temete di essere additati come “Anti italiani”; se avete voglia di andare al cinema a vedere il film con la Jolie, fregatevene di tutti e del mister Prandelli!
“Speriamo che finisca presto”.
Infine ci sono quelli che stanno al calcio come Belen all’epistemologia, i cosiddetti “Speriamo che finisca presto”. Si tratta di una minoranza sociale soggetta a soccombere.
Sono persone disposte a guardarsi di nuovo tutti gli episodi de “La signora in giallo” pur di non guardare una partita, ma, ahimè, troveranno sempre un parente, un amico, un partner che li obbligherà a vedere dei ragazzotti correre dietro una palla per novanta minuti.
Il mio consiglio? Non opporre resistenza perché, volenti o nolenti, le partite di calcio verranno passate ovunque, anche sui monitor del bancomat quando andrete a prelevare. Fatevene una ragione e partecipate alla gioia collettiva, vedrete che, in qualche modo, vi divertirete.

Io, invece, faccio parte della categoria “Disperati”, ossia coloro che se ne fregano di partite e tifo ma si disperano perché dieci mondiali alle spalle significano solo una cosa: rughe.

Valerio Canevaro, creativo freelance di 35 anni. Cucina poco ma mangia molto. Solo cose buone!

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